L’argomento è spinoso e ci ho sempre riflettuto molto, ma in questi ultimi giorni l’ho fatto anche più del solito e mi è venuta voglia di condensare il mio pensiero in qualche riga, anche per chiarirmi le idee.
Da che ho memoria quello che hanno cercato di insegnarmi a casa e al catechismo su Dio, Gesù e compagnia bella non mi ha mai convinto del tutto. Ho sempre cercato di rimanere aperto di mente e di riflettere su questi temi, senza dogmi di nessun tipo, continuando ad andare a prendere tutti i sacramenti fino alla cresima per far contenti la mia famiglia e il mio primo parroco, e ho continuato ad andare a messa per qualche anno anche dopo sempre per non dar dispiacere a casa. Questo lungo percorso non ha mai portato i risultati che speravano i miei familiari e il mio scetticismo sulle argomentazioni cattoliche non ha fatto che aumentare nel tempo.
Mistero della fede
A messa lo dicono sempre, e a me suona quasi come una presa in giro. Ti insegnano fin da piccolo che bisogna credere indipendentemente dalle prove, che San Tommaso si pentì per essere stato scettico, ma non ho mai capito perché.
In un mondo giusto l’onere della prova dovrebbe spettare sempre a chi afferma, e non a chi confuta… ma anche i più grandi teologi quando non sanno dove andare a parare si nascondono dietro ai misteri che la scienza non riesce ancora a spiegare; da un nulla costruiscono tutto un castello di carte su Dio, santi, resurrezioni, assunzioni in cielo, immacolate concezioni e via dicendo, affermando che chi nega dovrebbe fornire delle prove.

Ma lasciamo per un momento da parte la logica; è vero che tutte queste cose in linea di principio e ignorando tutte le leggi fisiche che conosciamo (dimostrate e non confutabili, almeno in questo sistema che chiamiamo universo) potrebbero essere vere, e magari in qualche universo parallelo lo sono pure, ma non mi entrerà mai in testa il motivo per cui dovremmo dedicare una parte infinitesimale della nostra esistenza a credere in esse o peggio ancora a venerare ipotetici dèi.
Dicono che il pastafarianesimo sia una presa in giro; effettivamente Bobby Henderson si è inventato tutto così, per scherzo, ma la cosa più divertente è che ha utilizzato le stesse strategie usate nelle altre religioni. Stiamo parlando di supposizioni, ma se per ipotesi le idiozie sul pastafarianesimo continuassero a prendere campo e se fra qualche generazione i fedeli pastafariani dimenticassero le vere origini della loro religione, fra qualche secolo potremmo ritrovarci con un’altra religione monoteista al pari del cristianesimo e dell’islam. Per carità, non che questo sarebbe un grosso problema, visto che è una religione senza vincoli e basata sul “volemoce be’”.

Paradiso : Carota = Inferno : Bastone
Lasciamo da parte il cattolicesimo per un momento; non sono un esperto ma credo che più o meno in tutte le religioni si prospetti un qualche tipo di ricompensa nell’aldilà per chi si comporta secondo i dettami e di una punizione per chi in vita non ha seguito le regole… il punto è: siamo asini che per muoverci in una certa direzione abbiamo bisogno del bastone e della carota? Non dovrebbe bastare un po’ di etica e di buon senso?
Più di una volta mamma mi ha ripreso dicendomi che in qualcosa bisogna pur credere. Assurdo, perché poi se dici di credere in Babbo Natale o in un mostro volante fatto di spaghetti ti prendono per scemo.
Credo di essere stato cresciuto abbastanza bene da poter discernere tra ciò che posso fare e ciò che dovrei evitare, senza pensare a tavole della legge o a mondi ultraterreni.
Se tutti seguissimo le semplici leggi del “vivi e lascia vivere”, del “fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te” e del suo duale “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” saremmo già a posto.
Non nego che in epoche di ignoranza e credulità diffuse le religioni abbiano avuto un ruolo importante, ciascuna fondata su precetti adatti ai luoghi in cui sono nate, validi per preservare l’ambiente e la salute degli adepti. Continuare però a pensare che senza religioni non possano esserci bravi e onesti cittadini è ingiusto, anche perché spesso è vero il contrario.
Religioni = Onestà, correttezza, giustizia sociale e lieto vivere?
Sarebbe bello se fosse vero, ma purtroppo sembrerebbe vero il contrario. Volevo provare a mettere in relazione la percentuale di credenti/fedeli presenti nei vari paesi con vari indici utilizzando Gapminder, un gioiellino che scoprii qualche anno fa. Tra le miriadi di indicatori utilizzabili i dati relativi alle diffusioni delle varie religioni non sono disponibili, qualcuno sostiene che è preferibile evitare perché dei malintenzionati potrebbero sfruttare alcune correlazioni per perseguire determinate religioni… io temo più che abbiano evitato di gestirle perché altrimenti gli appassionati come me si metterebbero a graficare le magagne delle varie religioni.

Religioni e Gapminder, due mondi che non si sono mai incontrati
Al momento si può soltanto visualizzare con colori differenziati quando una delle maggiori religioni supera il 50% di incidenza, poca roba.
Il cattolicesimo, la confessione, la corruzione
Altra cosa che non capirò mai: perché cavolo un cattolico che si confessa deve potersi considerare purificato dei propri peccati. Un detto piuttosto diffuso in Italia, con varie declinazioni dialettali è “Fai del bene e scordatelo, fai del male e pensaci”, bellissimo, peccato che con la scusa della confessione molte volte la seconda parte venga meno.
Un giorno in una delle mie esperienze da scrutinatore al seggio elettorale ebbi modo di parlare con un carabiniere che era stato parte della scorta di Giulio Andreotti, il quale raccontava di come Il Divo fosse un uomo molto pio e di come andasse sempre a messa, tutti i giorni. Uno degli uomini più potenti e (quasi sicuramente) corrotti della storia italiana era un uomo pio, è un caso isolato?
Guardare delle cartine geografiche colorate a volte aiuta, quindi mi sono andato a cercare due mappe, una con l’indice di corruzione percepita, e una con la percentuale di cattolici nella popolazione. Il perché è presto detto: la corruzione è uno dei quei peccati (a torto) considerati veniali, che si possono facilmente rimuovere dalla coscienza con una bella confessione purificatrice.

Indice della corruzione percepita, 2015

Percentuale di cattolici nella popolazione, 2010
Ignoriamo l’ex Unione Sovietica, che in ambito religioso è mal censita così come anche l’Africa, continente dai così tanti problemi che è inutile stare a cercarci correlazioni; anche l’Asia non fa testo perché la religione cattolica ad est non ha mai avuto molto peso.
Vero che ognuno vede quello che vuole vedere, e che correlazione non è causalità, ma secondo me osservando i paesi occidentali un minimo di correlazione c’è, specialmente in Europa.
Ho anche l’impressione che la tendenza a pronarsi verso gli uomini di potere – sia in ambito aziendale che politico – sia la stessa che ci porta a inchinarci di fronte a improbabili dèi che potrebbero punirci o premiarci per le nostre azioni…
Vivi e lascia vivere
La mia filosofia di vita e cerco di applicarla sempre, a volte purtroppo senza riuscirci.
Sarebbe un mondo migliore se le persone pensassero di più alle proprie azioni e meno a quelle altrui, e se le leggi fossero scritte per aumentare l’armonia nella società invece che per proibire (specialmente per motivi religiosi) determinati comportamenti che impattano solo sulla sfera privata di chi li compie.
Io non ho mai avuto niente contro chi crede fermamente in qualche Dio o verso chi è convinto della sua non esistenza (anche l’ateismo è una religione a mio avviso), ma mi manda fuori di testa il loro tentativo di farti passare per una cattiva persona se non la pensi come loro.
Sì (con riserva) alla fede, no (deciso) alle religioni
Il punto che mi sta più a cuore: il perché secondo me non ha alcun senso essere credenti praticanti.
Di religioni ce ne sono (e ce ne sono state) innumerevoli, principalmente perché siamo attaccati alla nostra vita come zecche a un cane, e non vogliamo lasciarla nemmeno dopo morti. Poggiano su basi a volte simili a volte completamente diverse, ma i rispettivi fedeli sono tutti convinti di essere nel giusto, e pensano che le altre religioni siano fasulle.
Fare classifiche non serve, per me sbagliano tutte in egual misura. E non parlo dell’esistenza di un Dio creatore, io mi considero più agnostico che ateo, e non mi sento di escluderlo a prescindere.
Caso 1: Dio non esiste
Partiamo dal caso più semplice: se Dio non esiste (intendo nessun Dio) inutile pregarlo, fare offerte, costruire templi e così via.

Il caso più probabile a mio avviso. Dio è una combinazione di eventi naturali, istinto di autoconservazione umano, fortuna. Quello che dovremmo fare è avere più cura del nostro pianeta, essere meno egoisti e favorire di più la fortuna facendo maggiormente ciò che ci piace. Niente preghiere, niente templi.
Caso 2: Dio esiste ma non è quello che pensiamo e ignora la nostra esistenza
Qui il discorso inizia a farsi più interessante. Il nostro “sistema universo” ha avuto il via non si sa bene come, e non possiamo escludere un “intervento esterno”.
L’universo potrebbe essere un qualcosa di insignificante all’interno di un sistema più grande, nato per sbaglio o per gioco o per esperimento.

Potenzialmente potremmo anche essere una “simulazione” al computer, come un enorme The Sims o come la realtà simulata di quel capolavoro di film che è Il tredicesimo piano.
In tal caso il nostro creatore non avrebbe niente di realmente divino, e quasi sicuramente non avrebbe idea della nostra esistenza, e se anche ne fosse consapevole non gliene fregherebbe niente di noi o non avrebbe quel potere che pensiamo.
Anche in questo caso inutile pregarlo, fare offerte, costruire templi e così via.
Caso 3: Dio esiste, è consapevole della nostra esistenza, ed è un Dio saggio e benevolo
Ok, i fedeli di alcune religioni hanno ragione, lode a loro. Tralasciamo il fatto che non si sa qual è questo Dio giusto (o ce ne sono di più?) il problema vero è: data la sua saggezza, che bisogno c’è di leccargli il culo? Non basterebbe comportarsi equamente, aiutare chi è in difficoltà, ringraziarlo tra sé e sé quando “la fortuna” ci aiuta?

Essendo tanto saggio e tanto superiore a noi probabilmente ignorerà le nostre preghiere e cercherà di trattarci tutti equamente in base alle nostre azioni, ma non è da escludere che il nostro servilismo gli dia noia. Tra l’altro se io fossi onnisciente e dovessi giudicare la vita dei miei fedeli per decidere chi salvare e chi dannare darei priorità a chi si è comportato rettamente senza pensare a possibili premi nell’aldilà.
Anche in questo caso dunque inutile pregarlo, fare offerte, costruire templi e così via.
Caso 4: Dio esiste, è consapevole della nostra esistenza, ma è un Dio iniquo e bizzoso
Il caso peggiore. Se fossimo giusti dovremmo fregarcene di Dio, comportandoci sempre in modo giusto senza perdere tempo in avvilenti preghiere e genuflessioni, e facendo la carità nei confronti dei più bisognosi, e non per la costruzione di templi o per stipendiare il clero.

Per quanto mi riguarda non sono proprio il tipo che si inchina al capo solo perché è il capo. Ovviamente siamo tenuti a fare il nostro lavoro nel miglior modo possibile. Va bene anche un saluto di riverenza nei confronti di chi direttamente o indirettamente ci dà da mangiare, ma oltre quello non si dovrebbe mai andare.
Non so voi ma io non sono il tipo che venera i potenti, al massimo li stimo e li seguo se li reputo autorevoli.
Anche in questo caso non vedo perché lasciarsi andare in preghiere e costruzione di templi.
In sintesi
Ognuno faccia come meglio crede, evitando però di disturbare (o peggio) le vite altrui. In un mondo in cui gran parte degli eventi naturali erano inspiegabili le religioni purtroppo erano inevitabili e in certi casi anche utili, ma ormai sarebbe meglio evitare di farci condizionare troppo da ipotesi fantasiose e non dimostrabili.
Non dovremmo mai dire che la giustizia è dell’altro mondo né tutte quelle cavolate sulle beatitudini dell’aldilà, che servono solo a far stare al loro posto gli strati più bassi della società. Se non vi piace la vostra vita fate qualcosa per cambiarla, possibilmente senza danneggiare gli altri non per paura di punizioni divine ma per quell’empatia che dovrebbe essere propria di ciascun essere umano.