Purtroppo è da parecchio che non sto più tanto dietro allo sviluppo web, e quindi alcune “novità” tendono ad arrivarmi tardi (leggero eufemismo). La tendenza di usare icone monocromatiche su applicazioni web non è cosa recente, e la somiglianza tra la lettera di un font e un’icona monocromatica è stata notata da tempo, tanto che almeno dal 2010 c’è chi ha avuto l’idea di realizzare “font di icone” per utilizzarle come “icone vettoriali” sul web.
A me questa cosa è arrivata soltanto cinque o sei mesi fa quando mi è stato mostrato Font-Awesome. Mea culpa.
Set di font come se piovesse
Non è mai facile stabilire se sia nato prima l’uovo o la gallina, di certo c’è che le icone sono sempre più monocromatiche, e di set di font con icone di ogni genere ce ne sono ormai una marea. Purtroppo regala’ è morto, e l’utilizzo della maggior parte di questi pacchetti impone il pagamento di licenze o l’inserimento degli autori nei credits/ringraziamenti, a meno di non utilizzare quei set rilasciati con licenza Creative commons che sono originali come l’acqua calda.
Font custom, Inkscape e Icomoon
Tra gli strumenti per realizzare immagini vettoriali uno dei più usati è Inkscape (gratuito e open-source), ma non tutti sanno che in Inkscape è presente anche un editor di font con cui è possibile “raggruppare” dei glifi assegnando a ciascuno un “carattere”, realizzando di fatto un font.
Qui una bella guida sul tema, mentre qui si può trovare un progetto Github con risorse utili per crearsi i propri font.
Ricapitolando: con Inkscape – partendo da immagini vettoriali – si può arrivare a creare un “font svg” convertibile poi in TrueType (ttf) tramite strumenti esterni. E se non si ha voglia di fare tutti questi passaggi? Come è logico aspettarsi ci sono delle alternative.
Una strada è quella di installarsi un editor di font come FontForge, importarsi i propri glifi svg (opportunamente modificati), e crearsi il font a mano.
Strada più semplice è quella di rivolgersi a un servizio online. Ne ho provati alcuni (tra cui Fontastic), e alla fine l’unico che mi ha sempre importato gli svg e esportato i font correttamente senza distorsioni o ridimensionamenti strani è stato IcoMoon.
IcoMoon è di una semplicità disarmante: si selezionano delle icone prese da librerie gratuite/a pagamento messe a disposizione dal sito o tra quelle importate da noi stessi e le si esportano in un pacchetto contenente il font in vari formati più tutte le risorse utili, con possibilità di configurarne anche i codici/nomi delle classi css e adattarne le dimensioni.
“Icone vettoriali” in Titanium
Veniamo alle origini di quest’articolo, visto che come dicevo all’inizio lo sviluppo web purtroppo l’ho abbandonato da un po’ di tempo.
Nel mondo dello sviluppo mobile un problema piuttosto sentito è quello della preparazione di icone e immagini alle varie risoluzioni per una buona resa su tutti i dispositivi che si ha intenzione di gestire. Il problema è ancora più marcato nello sviluppo multipiattaforma perché android e ios (per dirne due) seguono convenzioni dei nomi che non c’entrano niente l’una con l’altra, oltre a girare su dispositivi che gestiscono risoluzioni diverse.
Da un’esigenza nasce (quasi) sempre una soluzione, e in Titanium una parziale soluzione l’ha proposta uno degli sviluppatori di riferimento per questa piattaforma – Fokke Zandbergen – che ha dato alla luce TiCons.
Con TiCons si possono generare le icone dell’app e gli splash screens per tutti i dispositivi, ma la gestione delle immagini usate “all’interno” dell’app resta responsabilità nostra. Per far questo bisogna solitamente ingegnarsi con ImageMagick, che permette di fare velocemente elaborazioni anche complesse a grosse quantità di immagini tramite scripts. Questa cosa però è noiosa e così spesso si finisce per usare immagini con risoluzioni non adatte.
In una delle applicazioni di esempio corporate-directory si vede come sia possibile utilizzare “icone vettoriali” al posto di quelle raster semplicemente aggiungendo il nostro “font contenente le icone” all’interno della directory app/assets/fonts
, impostando la proprietà font.fontFamily
uguale al nome del font che abbiamo aggiunto e settando la proprietà testuale (es: “text” per le Label o “value” per i TextField) uguale al codice del carattere che rappresenta la nostra icona… più difficile a dirsi che a farsi, basta guardare l’esempio.
- miglior renderizzazione delle immagini
- minor dimensione delle applicazioni
- possibilità di modificare dimensioni e colori delle icone velocemente e anche a runtime
- nessun problema in caso di installazione su dispositivi non previsti inizialmente
- possibilità di cambiare tutto il set di icone anche a runtime semplicemente modificando il nome del font in una classe tss
- probabilmente ce ne saranno altri che non mi vengono
Un limite è che questa cosa si può fare solo su quel tipo di componenti dove il font (e quindi il font-family) è modificabile, questo significa che per i Tab e forse anche altrove purtroppo bisogna continuare a usare delle immagini raster.
Imparata questa tecnica mi è venuta voglia di usarla dappertutto… non appena sbatterò il muso da qualche parte aggiornerò quest’articolo, per il momento mi godo tutti i punti di cui sopra.
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