Nota per i lettori
Questo è soltanto un breve resoconto scritto una volta tornato a casa e senza grandi pretese, se non quella di un ausilio alla mia memoria quando comincerò a dimenticarmi i dettagli. È anche un modo per raccogliere in un’unica pagina tutte le cartine delle tracce che ho registrato su Wikiloc.
Se avete bisogno di tracce gps accurate per favore scaricatevi quelle di Simone Frignani dal suo sito, perché io non ho fatto altro che seguire le sue accorpando alcune tappe come mi rimaneva più comodo, e a volte ho fatto anche qualche piccolo errore. Vero che ho aggiunto alcune fontanelle e punti di ristoro incontrati lungo il percorso, ma purtroppo non sempre mi sono ricordato di registrarli quindi è una guida tutt’altro che completa.
Se decidete di fare questa traversata in agosto sappiate che in Toscana è difficilissimo trovare posti per dormire senza aver prenotato mesi in anticipo, quindi potreste aver bisogno di una tenda nello zaino e di tanto spirito di adattamento. Io fino all’Umbria ho prenotato sempre dall’ora di pranzo per la sera, e arrivato in Toscana ho iniziato a prenotare con uno/due giorni di anticipo e regolarmi con le tappe di conseguenza. L’eccessiva lunghezza dell’ultima tappa è soltanto figlia del non aver trovato sistemazioni comode a metà strada e della mia notevole resistenza al caldo e alla fatica, ma la sconsiglio sotto il sole di ferragosto e non credo che ripeterei l’esperienza.
Se volete godervi i paesini lungo la strada forse è meglio dividere il cammino in 18 tappe come consigliato dal suo ideatore, io facendolo in quattordici e alzandomi quasi sempre tardi purtroppo attraverso alcuni di questi paesi ci sono passato troppo velocemente o ero troppo stanco per godermeli.
Sull’equipaggiamento
Avevo già un paio di piacevoli esperienze di “camminate lunghe” in compagnia lungo il Cammino di San Benedetto, ma questa è stata la mia prima vera esperienza di cammino, e l’ho fatta da solo.
L’equipaggiamento l’ho preparato tenendo conto di tre fattori: l’essere solo, il non aver prenotato niente e la mia più che discreta resistenza al caldo.
Nello/sullo zaino, un Salewa The Pig 50:
- tenda monoposto
- tappetino da palestra arrotolabile
- sacco lenzuolo in poliestere
- piccola copertina in pile
- un bastone da trekking di quelli telescopici
- scatola di primo pronto soccorso con: acqua ossigenata, qualche pastiglia di tachipirina, cerotti, cerotti per vesciche, steri strip, cerotto a strappo, ghiaccio istantaneo
- scatola con qualche etto di frutta secca/disidratata
- due t-shirt tecniche di ricambio, un paio di mutande e uno di boxer (per variare lo sfregamento), tre paia di calzini tecnici, un paio di pantaloncini di poliestere da riposo/ricambio
- spazzolino e dentifricio, filo interdentale che può sempre tornare utile
- asciugamani in microfibra, abbastanza grande anche per asciugarsi dopo la doccia
- un pezzo di sapone di marsiglia per il bucato e, all’occorrenza, per il corpo
- corda e mollette
- un paio di Vibram Fivefingers, da usare come scarpe di ricambio e/o da riposo
- impermeabile, ombrellino e qualche busta di plastica
- bottiglia di plastica da un litro, riempita a seconda delle tappe
Addosso:
- scarpe da running Puma Descendant, collaudate ma non troppo usurate (comprate poco più di due anni fa su Amazon a 32€)
- cappello da pescatore, comodo da mettere in tasca
- t-shirt tecnica e pantaloni corti con cerniere convertibili lunghi, e tasche laterali
- libro di Simone Frignani
- smartphone con le tracce gps di Simone, come software ho usato Wikiloc e GPX Viewer
- nel portaborraccia: borraccia termica da 0.75 (da riempire a ogni occasione), coltellino e minuscola bussola di emergenza, più un paio di Chupa Chups
- nel marsupio: macchina fotografica, libro, fazzolettini di carta, cavo caricabatterie e batteria esterna
A conti fatti
Il materassino pieghevole l’ho usato un paio di volte per strada e una volta in tenda ma non lo riporterei, meglio “investire” qualche etto in più per un materassino di quelli autogonfianti così da soffrire meno la notte in tenda.
La macchina fotografica è stato un lusso che ho usato poco, forse bastava il telefono.
Una sera a Sorano ho avuto piuttosto freddo, una felpa leggera avrebbe fatto più comodo della piccola coperta in pile.
Di frutta secca ne ho portata troppa, uno o due etti sono sufficienti ma poi andrebbe usata solo in caso di emergenza.
I medicinali non li ho usati a parte l’acqua ossigenata, ma li riporterei tutti perché viaggiando soli non si può rischiare troppo.
Ho dimenticato di prendere ago e filo e ne ho avuto bisogno.
Il libro sarà che non mi ha preso particolarmente ma non ho avuto mai tempo/voglia di leggerlo, forse anche perché la sera sono stato spesso in compagnia. A conti fatti non so se lo riporterei, in caso forse meglio comprarsi un Kindle.
Non ho preso la protezione solare perché odio metterla, ma forse avrebbe fatto comodo perché mi avrebbe risparmiato una mezza insolazione e quest’abbronzatura da sfigato.
Non ho preso un taglia-unghie perché pensavo non ne avrei avuto bisogno, ma a un certo punto me lo sono fatto prestare da un affittacamere, forse sarebbe bene portarselo.
Non ho preso il deodorante, ma d’altronde l’uomo ha da puzza’.
Considerato che ho viaggiato in estate e senza aver prenotato niente, quindi senza vincoli, forse potevo evitare di portare uno tra l’impermeabile e l’ombrellino. Infatti non li ho usati.
I dubbi più grandi li ho avuti sulle scarpe, ma rifarei la scelta delle scarpe da running. Vesciche minuscole che non mi hanno dato alcun fastidio, e sono andato a velocità impensabili con gli scarponi. Certo ho rischiato qualche distorsione sui terreni più sassosi, e ho aumentato il rischio in caso di incontri ravvicinati con vipere, ma con gli scarponi non sarei arrivato in fondo quindi va bene così.
Per l’acqua mi sono regolato così: sulle tappe lunghe e senza paesini nel mezzo ho cercato di portarmi dietro sempre tutto il carico, quindi 1.75 litri, bevendo prima quella nella bottiglia di plastica (che entrava comunque nel portaborraccia). In caso di dislivelli grandi, di paesini ogni qualche chilometro e/o di tappa fatta prevalentemente di mattina, sono andato con la sola borraccia per risparmiare un chilo di peso.
Sulla preparazione
Mi è sempre piaciuto camminare e quando posso qualche escursione in compagnia la faccio, ma raramente vado sopra i 15km. Due settimane prima di incamminarmi sono andato un paio di volte al lavoro a piedi (17km andata e ritorno) e una volta sul Monte Vettore, e la settimana prima del cammino tutti i giorni al lavoro a piedi. Ho preferito però evitare di passare troppo per uno svitato, quindi al massimo mi sono portato dietro uno zainetto minimale, ben più leggero di quello che ho usato poi sul cammino. Questa cosa l’ho pagata, le prime tappe sono state devastanti per le mie spalle anche a causa dello zaino troppo pesante (10kg e passa) del tutto inadeguato ma che mi piace tanto.
Per piedi e gambe ho usato quasi sempre le scarpe da ginnastica che poi ho usato sul cammino, e una volta le Vibram Fivefingers. Meglio abituarsi a un paio di scarpe e usare sempre quelle, i piedi e i polpacci soffriranno molto meno i dislivelli e lo sforzo dovuto al peso dello zaino.
Le tappe
Premessa: avendo vissuto tutta la vita in zona Jesi conosco bene le prime tappe e non me le sono godute appieno anche per questo motivo.
1) Portonovo – Camerano – Osimo (01/08/2016)
La tappa più brutta, senza forse. Troppi attraversamenti di strade trafficate e paesaggi un po’ troppo urbanizzati.
Ho dormito e cenato a casa di un amico, quindi non ho minimamente studiato la situazione alloggi.
2) Osimo – Filottrano – Appignano (02/08/2016)
Sul guado del Musone confesso di aver imbrogliato accettando il passaggio di un tizio con il trattore che doveva andare dall’altra parte. A Filottrano ho conosciuto il primo coaster, Daniele, camminatore espertissimo ed estremamente preparato che mi ha dato qualche dritta per poi fermarsi a Filottrano.
Bello e difficile il tratto di strada imbrecciata nella Contrada Le Lame, fatta del pomeriggio almeno per me è stato uno dei punti più duri. Avendo avuto la brillante idea di utilizzare le mie Vibram Fivefingers invece delle ben più collaudate Puma Descendant, sono arrivato in fondo con entrambi i polpacci parecchio infiammati sull’esterno.
Ho dormito all’Agriturismo Il Confine: 50€ a mezza pensione, con cena e colazione ottimi e abbondanti a dir poco.
3) Appignano – Treia – San Severino Marche (03/08/2016)
Una delle tappe che mi ha messo più in crisi fisicamente, e non solo a causa della lunghezza. Il tratto di strada prima di arrivare sulla provinciale fatto di pomeriggio è stato tremendo a causa del sole e della mancanza di punti di ristoro, e arrivando a San Severino il colpo di grazia me l’ha dato la salita per arrivare dalle suore. A casa delle suore ho conosciuto Beppe, Luciana e Grazia, camminatori di lunga data.
Ho dormito e cenato all’Istituto delle suore convittrici: 38€ a mezza pensione. Le suore seppur in due e con calcolatrice “si sono confuse” con il resto e mi hanno fregato due euro.
4) San Severino Marche – Pioraco (04/08/2016)
Tappa fatta parzialmente con Beppe, Luciana e Grazia, ritrovati per strada in tarda mattinata… ma poi ci siamo lasciati per vari motivi. Prima di Seppio mi sono perso anche il bastone da trekking che avevo “fissato” allo zaino, e il barista di Seppio mi ride ancora dietro. Subito dopo ho trovato un bel bastone di legno, che opportunamente sistemato con il coltellino si è rivelato un ottimo sostituto. A cena nell’albergo di Pioraco ho conosciuto i due fratelli professori Francesco e Silvia, e poi mi sono dimenticato il cavo caricabatterie in camera…
Ho dormito e cenato all’Hotel Il Giardino: 50€ a mezza pensione, ancora trattato da re con cena e colazione assolutamente eccellenti.
5) Pioraco – Nocera Umbra (05/08/2016)
La tappa, fatta insieme a Grazia, Francesco e Silvia, non sarebbe stata nemmeno troppo difficile, ma credo di essere partito con qualche linea di febbre perché per tutta il giorno sono stato stanchissimo e una volta arrivato a Nocera Umbra mi sono ritrovato sopra ai 38°. La mattina dopo stavo già bene, ma considerato che quel giorno ha fatto il diluvio e la tappa per Assisi sarebbe stata la più difficile, ne ho approfittato per riposare e modificare lo zaino che mi stava sfasciando le spalle. Nel frattempo il buon Jacopo mi ha riportato il cavo dimenticato a Pioraco, e a cena ho conosciuto altri ragazzi, tra cui Emanuele e Claire.
Ho dormito entrambe le notti all’Albergo Europa: 30€ a notte con colazione. Padrone molto gentile, mi ha regalato un asciugamani e un set da cucito per foderare gli spallacci dello zaino.
6) Nocera Umbra – Assisi (07/08/2016)
Forse la tappa con il terreno più vario e difficile, fatta dopo un giorno di pioggia torrenziale non è stata proprio semplice con le mie scarpe da running. Ho rotto quasi subito il mio bastone di legno, ma seppur troppo corto si è rivelato ancora utile e ho continuato a usarlo. A Costa di Trex mi sono ritrovato in una sagra di paese, in cui ho re-incontrato Emanuele e Claire, conosciuti la sera precedente, e con cui ho concluso la tappa. Ad Assisi abbiamo cenato insieme noi tre, Daniele e Jacopo.
Ho dormito all’Ostello della Pace: 18€ con colazione. Economico ma il riposo non è stato dei migliori.
7) Assisi – Bevagna – Gualdo Cattaneo – Marcellano (08/08/2016)
Assisi splendida, Gualdo Cattaneo piccolo ma incantevole, tappa tosta a causa dei dislivelli solo dopo Bevagna
Ho dormito all’Agriturismo Il Cavaliere: 40€ a mezza pensione. Cena eccellente, padroni simpatici e gentilissimi, nota di merito per la signora Umbra che mi ha fatto sentire come a casa.
8) Marcellano – Todi – Acqualoreto (09/08/2016)
A inizio tappa mi sono reincontrato con Daniele, che però si stava fermando perché aveva cominciato da due ore, l’ho reincontrato a Todi insieme a Jacopo, ma ho deciso di proseguire per Acqualoreto. Tappa abbastanza stancante, specialmente l’ultimo tratto.
Purtroppo l’affittacamere che mi aveva detto di non preoccuparmi perché all’occorrenza mi avrebbe dato una camera si è eclissato, e la signora dell’agriturismo che aveva detto mi avrebbe lasciato mettere giù la tenda poi ci ha ripensato.
Ho dormito in tenda avanti a una casa disabitata.
9) Acqualoreto – Civitella del Lago – Corbara – Orvieto Scalo (10/08/2016)
Tappa semplicissima e abbastanza monotona, resa interessante solo dal passaggio vicino al lago e alla diga. La parte tra Corbara e Orvieto Scalo è stata di una noia mortale e con poca ombra, senza alcun tipo di ristoro a parte un agriturismo a metà strada che però al mio passaggio aveva già chiuso la cucina. Sono stato attaccato da un Ufo, forse solo un tafano gigante, che mi ha colpito a una gamba lasciandomi una ferita degna di un pugnale.
Ho dormito all’Albergo New Etruria: 47,30€ con colazione.
10) Orvieto Scalo – Orvieto – Bolsena – San Lorenzo Nuovo (11/08/2016)
L’ingresso a Orvieto l’ho fatto con la funicolare come consigliato nella guida, me ne sono accorto soltanto una volta arrivato sin lì seguendo la traccia gps e non me la sono sentita di andare a piedi.
A pochi chilometri da Bolsena ho ripreso Beppe, Luciana e Grazia, e insieme abbiamo percorso il tratto di trada fino a Bolsena, poi ho proseguito da solo.
Ho dormito al B&B Predio San Fernando di Acquapendente: 40,50€ con colazione. Sono arrivato a Acquapendente, in parte camminando e in parte facendo l’autostop, perché a San Lorenzo Nuovo non ho trovato posti economici per dormire, quindi i chilometri sono trentacinque abbondanti. Il passaggio me l’ha dato una famigliola eritrea, gli italiani naturalmente mi hanno ignorato.
11) San Lorenzo Nuovo – Grotte di Castro – Onano – San Quirico – Sorano (12/08/2016)
Il ritorno da Acquapendente me lo sono fatto a piedi perché l’autostop in assenza della famiglia eritrea di cui sopra non ha funzionato, e il bus non si vedeva. Quindi i km totali sono 37 circa. Notevolissimo l’ingresso nella valle del tufo, il passare di paesino in paesino ha reso la tappa piuttosto semplice.
Ho dormito all’Affittacamere San Marco: 35€ per il solo letto.
12) Sorano – Sovana – Pitigliano (13/08/2016)
Bellissima l’uscita da Sorano attraverso la via cava di San Rocco. Ho visto passare Marco, Daniela e Michele, incontrati poi la sera a Pitigliano insieme a Dario e Pietro.
Notevole anche il passaggio attraverso la Fattoria Aldobrandesca, più di mezz’ora a camminare sul fondo di una vigna.
Dopo Sovana, in cui mi sono ritrovato un caffé offerto dalla proprietaria del bar Simona, ho visto un totale disinteresse verso noi camminatori. L’alta stagione e l’inondazione di turismo della Toscana sicuramente non ha aiutato. Bello anche l’ingresso a Pitigliano, ma meno della via cava di Sorano.
Ho dormito all’Albergo Guastini: 40€ per il solo letto.
13) Pitigliano – Manciano (14/08/2016)
Questa tappa me la ricorderò principalmente per il quasi tuffo che per poco non ho fatto guadando il torrente, perché ho provato a filmare l’ultima parte (più facile) e per poco non mi sbilancio e cado all’indietro. Poi ho iniziato a tirare abbestia per riprendere Marco, Michele e Daniela che erano partiti un’ora e mezza prima di me, e per un bel tratto ho anche tenuto dietro due cavalli tenendo un passo di 6 km/h, che non sono pochi considerando lo zaino, il caldo e i dislivelli.
Ho dormito all’Hotel Miravalle: 45€ per il solo letto.
14) Manciano – Capalbio – Ansedonia – Le Miniere – Orbetello Scalo (15/08/2016)
Tra Manciano e Capalbio mi sono incontrato nuovamente e per l’ultima volta con il trio sopra, e abbiamo camminato per un po’ insieme, finché notando un rallentamento e avendo bisogno di tenere il passo per arrivare presto e potermi riposare li ho lasciati. In teoria avevo trovato un posto in un camping dalle parti di Ansedonia, e dopo aver riposato e mangiato un po’ a Capalbio e essermi fatto una chiacchierata con un vecchio di paese e un altro coaster su due ruote, sono ripartito verso le 14:15 per arrivare ad Ansedonia e in caso proseguire. Nel passaggio in zona di caccia al cinghiale ho notato moltissime tracce del maiale setoloso, ma fortunatamente nessun avvistamento. Il caldo assurdo mi ha fatto venire più di un dubbio, ma arrivato ad Ansedonia ho deciso di provare a concludere cercando di prendere il treno delle 21:45 per Roma da Orbetello. Poco più di un’ora sull’interminabile e un po’ noioso “Tombolo”, breve passaggio sull’Argentario, foto di rito al tramonto a Orbetello, barcollamenti vari per un’altra ora abbondante verso la stazione di Orbetello Scalo e poi via verso Roma.
Ho dormito in un albergo vicino alla stazione Roma Termini.