Lo sviluppo mobile è una rogna, perché sul mercato ci sono un’infinità di dispositivi e svariate piattaforme e ogni singolo utente si aspetta di poter usare ciascuna applicazione di cui sente parlare.
Quando uno degli obiettivi è raggiungere più pubblico possibile la strada dello sviluppo multi-piattaforma offre varie alternative, ciascuna con i suoi punti di forza e le sue debolezze. Appcelerator Titanium è una di queste.
Compilazione e deploy a ogni modifica, ovvero come girarsi i pollici per la metà del tempo
Quasi in ogni contesto di sviluppo si deve affrontare l’enorme spreco di tempo dovuto a compilazione e deploy delle proprie applicazioni su dispositivi/simulatori, e Titanium non fa eccezione. O almeno non la faceva fino a un paio di anni fa.
Nel 2012 in Australia devono essersi stancati di aspettare il compilatore, e si sono inventati un hack: TiShadow. Il nome non rende molto bene l’idea, si tratta di un infrastruttura basata su un’applicazione mobile che funge da container (di applicazioni sviluppate con Titanium), un’applicazione server che ha il compito di iniettare il nostro codice all’interno del container, e una serie di comandi per console (CLI).
L’utilizzo in se non è complicato, e nemmeno capirne il funzionamento, ma è uno strumento ancora non così diffuso anche perché nei primi passi si può sbattere in alcuni spigoli e rimanere scoraggiati.
Distribuzione ed esecuzione paralleli su più dispositivi
Come è facile intuire stiamo parlando di strumenti sviluppati in Javascript per il Javascript, ecco quindi che spunta fuori npm e l’installazione consiste semplicemente nell’installazione di un modulo NodeJS, e ogni passaggio richiede l’utilizzo della linea di comando.
Installazione di TiShadow
npm install -g tishadow
(per un doveroso approfondimento sui moduli NodeJS leggete qui)
Una volta installato l’apposito modulo globale tutta una serie di comandi diventano disponibili da console.
Creazione dell’applicazione TiShadow
Andiamo quindi a creare una directory per la nostra applicazione, spostiamoci al suo interno, e lanciamo il comando per la creazione dell’app:
tishadow app -d ./
Fatto questo nella directory corrente comparirà un’applicazione Titanium installabile su tutte le piattaforme e contenente i moduli più comunemente usati. Quest’applicazione deve contenere tutto il necessario per il funzionamento della nostra app, perché sarà lei che ospiterà il pacchetto della nostra applicazione, o meglio tutto il contenuto della directory /app
. Come potete vedere osservando la struttura di un progetto Titanium i moduli, i plugin, e soprattutto i file tiapp.xml e il manifest sono esterni alla directory app
, è importante quindi andare ad aggiungere eventuali moduli non già presenti nell’installazione di TiShadow, e andare a “completare” il tiapp.xml della nuova applicazione ombra inserendovi gli eventuali moduli aggiunti e correggendo appid, version e altre informazioni che potrebbero essere importanti per il buon funzionamento della nostra app.
Deploy dell’applicazione ombra sui dispositivi
L’applicazione “ombra” creata al passo precedente deve essere installata sui nostri dispositivi (o simulatori) in cui dobbiamo testare la nostra applicazione mobile.
Se ad esempio vogliamo provare la nostra applicazione su un simulatore di Motorola Moto X creato con Genymotion sarà sufficiente utilizzare il CLI di Titanium con il comando:
ti build -p android -T emulator --device-id "Motorola Moto X - 4.3 - API 18 - 720x1280"
Questo passo in linea di principio è sufficiente farlo una volta, o almeno solo quando facciamo modifiche “sostanziali” alla nostra applicazione (come aggiunta di moduli o upgrade dell’sdk), perché poi l’applicazione TiShadow rimarrà sul nostro dispositivo/simulatore.
L’applicazione TiShadow è disponibile per lo scaricamento anche sull’Android Market, ma se ne sconsiglia vivamente l’utilizzo in favore dell’installazione vista sopra, perché non è chiaro quale sia la sua versione e non avremo modo di mettere le mani al suo interno (ad esempio per modificare il tiapp.xml o per aggiungere moduli).
Lancio del server TiShadow e connessione dell’applicazione ombra
Una volta installata e lanciata l’applicazione “container”, ci ritroveremo di fronte a una richiesta di connessione a un server…
Facendo un rapido riavvolgimento fino all’inizio dell’articolo potete vedere che avevo nominato un’applicazione server. Questa è una delle parti fondamentali del modulo TiShadow, e per lanciarla è sufficiente digitare:
tishadow server
Si possono specificare vari parametri ma niente di fondamentale. L’applicazione server si mette in ascolto su una porta (la 3000 di default), e aspetta che delle applicazioni client TiShadow vi si connettano così da stabilire un collegamento attraverso il quale iniettare la nostra applicazione.
Inseriamo quindi l’IP della nostra macchina sulla maschera di login dell’app TiShadow e lasciamo che i due attori si connettano.
Ripetiamo questo passaggio per ogni altro dispositivo/simulatore in cui vogliamo testare la nostra applicazione.
Esecuzione della nostra applicazione
Arrivati a questo punto dobbiamo solo posizionarci nella directory della nostra applicazione e dire a TiShadow di eseguirla:
tishadow run
Per magia ci ritroveremo con la nostra applicazione distribuita su ogni dispositivo/simulatore collegato al server.
Anche questo comando dispone di vari parametri, ad esempio con tishadow @ run
il deploy è automatico ad ogni salvataggio… una manciata di secondi per un deploy a caldo su dispositivi multipli.
È doveroso specificare che spesso le cose si “incastrano” e c’è da riavviare server e/o client e/o fare qualche aggiustamento, fatto sta che lo strumento è di una potenza devastante.
Unit-test con TiShadow
Ipotizziamo per un momento che chi sta leggendo sia abituato a lavorare soltanto su una piattaforma e abbia una macchina abbastanza veloce da non trarre troppo giovamento da deploy a caldo e distribuzione parallela su più dispositivi, può trarre comunque giovamento da TiShadow? Una domanda scritta in questo modo presuppone una risposta affermativa, specialmente dopo aver letto il titolo, e infatti la risposta è sì.
Ci sono un sacco di moduli e librerie per eseguire test automatici di unità in Javascript, ma farli funzionare con Titanium non è sempre così semplice. TiShadow ci aiuta perché integra al suo interno la libreria Jasmine, e una volta scritte le specifiche nella consueta forma describe-it
e inserite nella directory app_main_directory/spec
il gioco è fatto.
describe("Spec description", function(){ it("Test description", function(){ expect(true).toBe(true); }); });
Non serve installare moduli o includere librerie, perché è già tutto dentro TiShadow. Basta descrivere le nostre specifiche come nell’esempio sopra, inserirle in file terminanti con il suffisso “_spec.js” e includere questi file nella directory “spec”. L’esecuzione dei test consiste in due parole:
tishadow spec
Conclusioni
La lentezza delle procedure di deploy è un problema sentito, specialmente nell’ambito dello sviluppo mobile. Forse meno sentito ma non meno importante è l’argomento dei test automatici. Su Titanium entrambi i problemi sono più o meno risolti da TiShadow, un modulo ancora ignoto a molti forse anche a causa del nome enigmatico.
Speriamo che questo breve articolo serva a fare un po’ di luce sull’argomento e a dissipare le ombre che molti vedono aleggiare su Titanium.